Saori mi aveva chiesto se potevo andare gentilmente da Pisces per portarle delle rose fresche che le servivano per il bagno.
Non avevo potuto fare altro che annuire, poichè adoravo fare felice il mio amore.
Insomma, il suo sorriso, il suo viso, la sua voce...
La Dea Athena era sempre stata la dea che avevo protetto, e la sua reincarnazione mi era sempre stata cara, troppo cara, il sentimento che provavo per lei l'avevo scoperto improvvisamente unico e sincero.
Mia moglie per me era l'unica. E adoravo specialmente quell'attimo in cui mi portava il tè quotidiano, ai lamponi, il mio preferito.
Aveva quel non so che...Unito al suo affetto...
Insomma, ero felice con lei.
Attraversai la Tredicesima ed uscii in cortile, con un sorriso sereno sulle labbra.
Indossavo la mia armatura d'oro.
Camminai per un po', diretto verso la casa di Pesci, quando il mio sguardo si posò su una ragazzina mora che stava tirando con l'arco.
Non ci misi molto a riconoscerla. Era quella bambina che era venuta con quella donna al Grande Tempio pochi giorni fa...Giulia, se non ricordavo male.
Molti mi chiedevano perchè mai non ricordassi Giulia, quasi fin troppo stupiti...
La cosa mi faceva pensare; quella donna non la conoscevo. Perchè mai avrei dovuto ricordarla?
Tuttavia la figlia -Selene, mi sembrava si chiamasse- mi aveva da subito colpito. Quando l'avevo guardata avevo aggrottato le sopracciglia e mi ero sorpresa di quanto i suoi occhi somigliassero ai miei, quasi come se mi stessi guardando allo specchio.
Azzurro con azzurro.
Sorrisi meccanicamente e mi avvicinai a lei.
-...Salve, signorina!-La salutai allegro, osservandola scoccare l'ultima freccia per poi posare lo sguardo su tutti i centri che aveva fatto.
-Non avevo mai visto una donna tirare così bene con l'arco, hai una dote naturale. Senza offesa per il gentilsesso chiaramente.-Osservai gentile.
L'arco era il mio campo e dovevo dire...Che cavolo, non era male.